Un percorso manageriale completo non può prescindere dall’allenare una delle soft skills di base: la comunicazione interpersonale.
Sappiamo per esperienza che qualsiasi buona idea può cadere nel vuoto se non è accompagnata dalla capacità di coinvolgere, così come qualsiasi buona intenzione verso i nostri collaboratori può venir travisata se non prestiamo sufficiente attenzione agli impatti delle nostre parole (e non solo) sull’interlocutore.
Interrogarsi sulla propria capacità comunicativa significa quindi, in primis, ricordarsi che una buona comunicazione è influenzata tanto dal “come ci si esprime” quanto dal “come ci si relaziona”.
Non è quindi una questione di strategie o di frasi ad effetto ma di interesse sincero alla relazione, di cura delle parole, di scelta dei comportamenti più adeguati.
Non è più il tempo delle tecniche e dei “teatrini” relazionali, ai nuovi leader è richiesto di mettere tutti se stessi nel proprio ruolo, interpretandolo con profondità e consapevolezza.
Per rafforzare questa abilità umana, la capacità di comunicare in modo autentico e profondo, è utile tenere a mente alcuni punti chiave.
Considerare, sempre, il punto di vista:
allenarsi a mettersi nei panni dell’altro, chiedendosi quali sono le sue conoscenze di un determinato argomento o situazione, i suoi valori, il suo mindset, il suo background, può aiutarci ad entrare in sintonia con il nostro interlocutore e a scardinare alla radice uno dei principali nemici delle buone relazioni: il pregiudizio!
Praticare assertività:
concetto molto noto che vi ripropongo nella sua sfaccettatura più profonda: per relazionarsi con assertività è imprescindibile partire da sé, facendo chiarezza sulle proprie convinzioni e fortificando la propria autostima, per rendersi pienamente consapevoli che ciò che facciamo o non facciamo, diciamo o non diciamo ha un impatto sugli altri.
Allenarsi a fare domande:
le domande sono il grande alleato della comunicazione, esse ci danno la possibilità di coinvolgere, approfondire, testimoniare attenzione, instaurare uno scambio generativo, spostare il focus. Quindi alleniamoci a fare agli altri (e anche a noi stessi) delle buone domande. Come riconoscerle? Sono semplici, chiare, aperte e la loro risposta non ci conferma semplicemente qualcosa che immaginavamo o sapevamo già, ma apre nuove prospettive.
Infine, per chi ricopre un ruolo manageriale non si può parlare di comunicazione senza parlare del principe della comunicazione di ruolo, ovvero il feedback, quel momento raro e prezioso in cui ogni nostra parola può diventare balsamo sulle ferite, molla per fare di più e occhiali per guardare a se stessi da nuove prospettive.
Dalle lezioni del 21 e 22 ottobre 2021 di Metal University
Valeria Salvatico
Docente Riconversider Srl