Il “quanto mi costa?” è la domanda che l’impresa si pone di fronte al lancio di un nuovo prodotto, alla revisione di un processo produttivo o, più in generale, ogni volta che si trova a dover scegliere tra diverse alternative. Tutti i partecipanti al progetto di alta formazione Metal University, seppur nella loro diversità di ruoli e competenze, si sono sentiti rivolgere questa domanda almeno una volta in azienda.
La contabilità industriale nasce per rispondere a quesiti come questo, “quanto mi costa?”, ma il suo ruolo in azienda acquisisce sempre più rilevanza strategica, man mano che diventa necessario, se non essenziale direi, avere a disposizione informazioni chiare ed esaustive per guidare l’impresa nella giusta direzione.
In alcuni contesti, come le imprese che operano per commessa, dotarsi di sistema di contabilità industriale è fondamentale, perché il controllo dei costi contribuisce direttamente alla formulazione dei prezzi di vendita e alla definizione della marginalità obiettivo.
Il controllo dei costi è un’attività che va svolta in un’ottica preventiva (i costi standard), concomitante (report di monitoraggio) e consuntiva (i costi effettivi e l’analisi degli scostamenti), senza perdere di vista gli attori partecipi dell’intero processo: le persone.
Nell’implementazione di un sistema di contabilità industriale occorre, infatti, tener ben a mente due cose:
- non esiste un costo vero, ma al massimo un costo strategicamente corretto;
- un sistema di controllo costi, anche se ben progettato, non serve a nulla se non induce “a fare”, cioè se non produce un’azione correttiva e migliorativa.
Con esempi e casi pratici durante le lezioni del corso abbiamo visto come la smania di ricercare un costo vero in senso assoluto rischi di portare a risultanti fuorvianti, se non addirittura controproducenti per l’azienda. La scelta della configurazione di costo, le metodologie di raccolta e analisi dei dati sono attività che devono essere svolte con spirito critico, chiedendosi costantemente non solo il “come” dell’analisi, ma anche il “perché”. Se cambia lo scopo, cambia anche il tipo di configurazione da preferire. Charles T. Horngren, docente di contabilità dei costi, in proposito ammoniva: “in un’impresa, un certo metodo può essere desiderabile poiché induce il comportamento desiderato; in un’altra impresa lo stesso metodo può invece essere causa di effetti comportamentali opposti a quelli desiderati”.
La contabilità industriale costituisce uno strumento prezioso per le aziende, ma da maneggiare con cura, ricordandosi sempre che le persone agiscono, non i numeri.
Dott.ssa Sabina Ceola
Docente Riconversider Srl